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Native Advertising: cos'è, come funziona e come integrarlo nelle tue campagne

Native Advertising: cos'è, come funziona e come integrarlo nelle tue campagne
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Il native advertising sta guadagnando sempre più spazio in ambito digital marketing grazie alla sua capacità di comunicare con gli utenti in modo spontaneo e poco invasivo. In questo articolo, scoprirai come integrarlo alle tue campagne, quali sono i formati più efficaci, le differenze rispetto alla pubblicità tradizionale e in che modo piattaforme DSP come ad:personam rendono la gestione dei native ads semplice, automatizzata e ad alto rendimento.

Native Advertising: cos’è e come funziona

Il native advertising è una forma di pubblicità nativa che si distingue perché si adatta perfettamente al contesto in cui viene pubblicata. A differenza dei tradizionali annunci display, che spesso interrompono la fruizione dei contenuti, i native ads imitano in tutto e per tutto la forma e la funzione dell’ambiente ospitante. Ciò significa che un annuncio nativo apparirà, ad esempio, come un normale articolo su un sito di notizie o come un post su un social network, rispettandone stile, tono e layout.

Native advertising e il funzionamento su DSP

Dal punto di vista tecnico, su una piattaforma DSP, il funzionamento del native advertising è piuttosto semplice. Tutto inizia con il caricamento del contenuto, che può essere testuale, visivo o multimediale. Una volta definito il messaggio, si passa alla selezione del pubblico. La piattaforma permette di scegliere target molto precisi, studiando comportamenti e interessi degli utenti e creando segmenti di pubblico molto simili ai clienti già acquisiti. Entra poi in gioco l’intelligenza artificiale per ottimizzare la distribuzione degli annunci, in quanto analizza costantemente le performance e adatta la campagna in tempo reale, migliorando costi, visibilità e risultati.

I principali formati di native advertising

Esistono diverse tipologie di formati per gli annunci native advertising. In particolare, le inserzioni più comuni sono:

  • in-feed: molto diffuse e compaiono all’interno di flussi di contenuto (come feed social, blog o siti editoriali). Sono annunci molto naturali perché si inseriscono naturalmente nel contesto, senza interruzioni.
  • in-article: appaiono tra i paragrafi di un contenuto editoriale e risultano particolarmente convincente quando il messaggio pubblicitario è coerente con il contenuto letto dall’utente.
  • raccomandazioni di contenuto: suggerimenti che si trovano spesso alla fine di un articolo, accompagnate da diciture come “Potrebbe interessarti anche”. Perfetti per promuovere articoli sponsorizzati in modo discreto ed efficace.
  • in-app: inserzioni pensate per integrarsi perfettamente alle app mobile.
  • search native ads: si presentano tra i risultati di ricerca con un aspetto visivamente coerente con gli altri link

Qual è la differenza tra native advertising e pubblicità display

La principale differenza tra native advertising e pubblicità display è nel modo in cui vengono presentati i contenuti pubblicitari. Gli annunci display, come i banner e i pop-up, sono separati visivamente dal contenuto editoriale e tendono a interrompere la navigazione dell’utente, risultando spesso invasivi. Al contrario, la pubblicità nativa si integra armoniosamente nella struttura del contenuto della piattaforma, offrendo un’esperienza più fluida. A dimostrare la maggiore efficacia delle native ads ci sono anche i dati. Secondo Outbrain, piattaforma di content marketing leader a livello mondiale, i native ads generano un tasso di clic sei volte superiore rispetto ai banner tradizionali e aumentano le intenzioni d’acquisto del 18%. Questo accade perché l’utente li percepisce come parte integrante del contenuto che sta già consultando, ed è quindi più propenso a interagire.

I vantaggi del native advertising per le aziende

Per le aziende, il native advertising online rappresenta una strategia particolarmente vantaggiosa. I contenuti nativi, inserendosi nel contesto giusto, generano livelli di coinvolgimento superiori e spingono l’utente a interagire in maniera più naturale. A ciò si aggiunge un CTR (Click Through Rate) più elevato rispetto agli annunci tradizionali, un dato cruciale in qualsiasi strategia di digital advertising. Un altro vantaggio è legato alla percezione del brand: i messaggi nativi, proprio perché non interrompono l’esperienza dell’utente, contribuiscono a costruire un’immagine più affidabile e autorevole.

I rischi del native advertising per gli utenti

Il native advertising può presentare alcuni rischi, in particolare legati alla trasparenza. Quando un contenuto sponsorizzato non è chiaramente identificato, gli utenti possono sentirsi ingannati, compromettendo la fiducia nel brand. Per evitare questo tipo di problemi, è fondamentale adottare una comunicazione chiara, aggiungendo al contenuto etichette come “Sponsorizzato” o “Contenuto a pagamento”. Le piattaforme per la gestione delle campagne pubblicitarie stanno adottando con maggiore frequenza questo tipo di soluzioni, in modo che ogni annuncio sia conforme alle normative e facilmente riconoscibile come tale, senza compromettere l’esperienza utente.

Esempi pratici di native advertising

Per rendere più chiaro il funzionamento (e l’efficacia) di questo tipo di pubblicità, analizzeremo insieme qualche caso studio emblematico.

Tra le aziende che hanno maggiormente giovato del native advertising, c’è Airbnb. Il famoso portale americano ha studiato campagne molto efficaci e in target, pubblicando annunci nativi su piattaforme editoriali e blog di viaggio, includendo storytelling e contenuti generati dai propri utenti. Nello specifico, la campagna ha generato oltre 39 milioni di impression, con un CTR medio del 3,3 %, circa 8 volte superiore alla media degli annunci display su mobile.

Il native advertising può aiutare anche il settore del turismo. Ad esempio, a trovare segmenti di pubblico inaspettati, come è accaduto a Tourism Ireland. L’organizzazione per il turismo nazionale irlandese, tramite la sua campagna di native marketing, ha invitato tutti gli appassionati di Game of Thrones a visitare l’Irlanda e seguire un tour delle riprese e dei luoghi protagonisti della serie.
I risultati, rispetto agli annunci display, sono stati i seguenti: +335 % nel tempo medio di visita, +67 % pagine per sessione, –33 % tasso di rimbalzo.

Native advertising su ad:personam

Come creare campagne efficaci di native advertising

Per creare una campagna di native advertising efficace con ad:personam bisogna innanzitutto stabilire l’obiettivo, come notorietà del brand, generare contatti qualificati, incentivare le vendite. Si passa poi alla definizione del pubblico, scegliendo tra parametri demografici, interessi specifici o la creazione di audience simili ai clienti esistenti. Il passo successivo è la creazione del contenuto, che deve rispettare lo stile editoriale della piattaforma ospitante per risultare autentico e rilevante. Infine, si seleziona il formato più adatto alla tua pubblicità. Non ci sono requisiti di spesa minima.

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Native advertising e programmatic: l’integrazione vincente su ad:personam

Il vero potenziale del native marketing emerge quando viene gestito in modalità programmatic. Questo approccio consente di automatizzare l'acquisto degli spazi pubblicitari e di ottimizzare la campagna in tempo reale sulla base delle performance effettive. Questo è proprio il modus operandi della piattaforma di ad:personam, dove le aziende possono beneficiare di un targeting avanzato, condurre test A/B in modo continuativo e regolare dinamicamente la distribuzione degli annunci per ottenere il massimo rendimento.

Native advertising e intelligenza artificiale: l’evoluzione della pubblicità

L’integrazione dell’intelligenza artificiale nel mondo della pubblicità nativa sta cambiando radicalmente le regole del gioco: la piattaforma di ad:personam ha adottato tecnologie AI sempre più avanzate per creare campagne intelligenti, efficienti e ad alto impatto. Infatti, i sistemi di intelligenza artificiale possono analizzare il comportamento degli utenti, prevedere le loro preferenze e suggerire le combinazioni di contenuto e formato più efficaci. Inoltre, permettono un’elevata personalizzazione dei messaggi e un’ottimizzazione automatica e continua, basata su dati reali.

Domande frequenti sul native advertising e ad:personam

Nei paragrafi successivi, troverai le domande più frequenti sul native advertising per dare informazioni concrete e utili a chi è interessato ad avviare campagne pubblicitarie o a chi è semplicemente curioso di conoscere le specifiche di questa innovativa modalità pubblicitaria.

Qual è un esempio di native advertising?

Un contenuto sponsorizzato che appare nel feed di un sito di notizie o di un blog, perfettamente integrato nello stile visivo del portale, è un ottimo esempio. Con ad:personam, puoi creare campagne di native advertising ottimizzate automaticamente tramite intelligenza artificiale, scegliendo i migliori posizionamenti in tempo reale tra i publisher partner della piattaforma.

Cos'è una campagna di native advertising e come mai è controverso?

È una strategia che prevede la diffusione di annunci integrati nel contenuto editoriale. È considerata controversa quando manca la trasparenza. Per questo, ad:personam garantisce sempre l’indicazione visibile del contenuto sponsorizzato, nel rispetto delle normative.

Qual è la differenza tra annuncio nativo e non nativo?

Un annuncio nativo si mimetizza nel contesto visivo e narrativo della piattaforma, un annuncio non nativo è visivamente separato. Con ad:personam puoi sperimentare entrambi i formati e lasciare che l’AI scelga per te quello più efficace.

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