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Adserver: guida completa ai server pubblicitari, funzionamento, tecnologia e scelta

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- Ciro Scognamiglio
- LinkedIn: ciroscognamiglio/
Nel mondo della pubblicità digitale l’adserver è la tecnologia invisibile che rende possibile la pubblicazione di milioni di annunci ogni giorno. Dalla gestione delle creatività al tracciamento delle impression, fino alla reportistica, il server pubblicitario è il cuore di ogni campagna online.
In questo articolo scopriremo il suo funzionamento, le tipologie e i criteri di scelta per publisher e inserzionisti che vogliono ottimizzare budget, performance e rispetto della privacy.
Che cos'è un adserver?
Un adserver è una componente tecnologica che gestisce la pubblicazione, il tracciamento e la reportistica degli annunci digitali per inserzionisti, publisher e agency. In pratica, fa da “motore” dietro la scena della pubblicità online: traffico, decisioni, consegna dell’annuncio, dati di performance.
Nel workflow pubblicitario quotidiano, l’adserver opera su più livelli. Prima c’è il trafficking (configurazione delle campagne, inserimento creatività, definizione target e tempi), poi il decisioning (quale annuncio mostrare a quale utente), in seguito il delivery (consegna fisica dell’annuncio tramite tag o VAST se è video). Seguono il monitoraggio e la reportistica che restituiscono impression, click, errori.
L'adserver viene utilizzato da Ad Ops, publisher che vendono spazi, media buyer e agenzie. Nell’attività quotidiana, l’Ad Ops può verificare che le creatività siano caricate e corrette; il media buyer controlla se il budget speso, il numero di impression e il CTR sono conformi alle aspettative; il publisher, invece, verifica che le frequenze di visualizzazione siano rispettate e che non ci siano ad fraud.
Tipologie di adserver: per inserzionisti o per publisher; proprietari o terze parti
Ci sono diverse tipologie di AdServer e vanno scelte in base alle esigenze e alle figure professionali dell’azienda. Ad esempio, l’adserver proprietario garantisce massima autonomia nella gestione delle creatività, reporting dettagliato in tempo reale e maggiore trasparenza sui dati. Richiede però risorse interne, competenze tecniche e costi infrastrutturali che non tutti possono sostenere.
Un adserver di terze parti, al contrario, riduce l’onere operativo perché fornisce infrastruttura e supporto già pronti, ma comporta minore flessibilità, possibili limitazioni sui formati e dipendenza da un provider esterno.
Quindi, i sistemi proprietari possono essere più performanti se ben configurati, mentre i servizi di terze parti spesso ottimizzano le chiamate tramite CDN, sebbene con qualche rischio di timeout.
Sul fronte privacy la differenza è ancora più netta: con un adserver proprietario si può lavorare meglio con i dati first-party e prepararsi al futuro del cookieless advertising, mentre le soluzioni esterne possono ancora basarsi in parte sui cookie di terze parti, con tutte le implicazioni regolamentari e tecnologiche del caso.
Come funziona un adserver (flusso operativo)
Il funzionamento di un adserver possiamo pensarlo come una sequenza di operazioni.
Ecco un elenco molto utile di tutti i passaggi:
- Richiesta dell’utente;
- matching del target (profilazione, segmenti, consenso cookie, regole geo, device)
- decisione creativa: stabilire quali sono i contenuti di scrittura e visivi più efficaci in base al pubblico individuato;
- delivery della creatività: consegna del contenuto realizzato per vagliare l’efficacia;
- tracking: impression, click, quartili video, eventuali errori a correggere;
- reportistica aggregata / dashboard: si possono stabilire tempi brevi o lunghi di raccolta e interpretazione dati in base all’obiettivo e al tipo di mercato.
Ad decisioning
Fase in cui si determina quale annuncio mostrare a quale utente. Si usano regole di targeting, priorità, regole di campagna, bid se si parla di programmatic advertising. Un sistema decisionale efficiente minimizza latenza e garantisce che le creatività più pertinenti vincano.
Creative selection
Dopo la decisione, il sistema sceglie la creatività corretta (dimensione, formato, fallback se necessario) e costruisce il tag (o la risposta VAST per video) che arriverà poi all’utente.
Impression tracking
Tracciamento dell’impression: quando l’annuncio è visibile, il tag o il JS invia un evento (client-side o server-side) all’adserver per segnalare che l'inserzione è stata mostrata.
Click tracking
Quando l’utente clicca sull’annuncio, il click viene registrato, a volte tramite redirect per inserzionisti, ma anche attraverso pixel o tag specifici.
Reporting
Aggregazione dei dati (impression, click, errori, viewability, quartili per video, invalid traffic), creazione di dashboard, esportazione in CSV, visualizzazione di KPI giornalieri (ma anche settimanali o mensili).
Tecnologia e standard su cui si basano gli adserver
Ecco una panoramica degli standard e delle tecnologie fondamentali per gli adserver:
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VAST (Video Ad Serving Template): definisce come strutturare ad tag per video players, includendo metadata, quartili di video, impression tracking, errori;
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VMAP (Video Multiple Ad Playlist): serve per definire gli slot di annunci all’interno di un video / streaming che può avere più break;
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OpenRTB: protocollo per Real-Time Bidding che definisce il formato delle richieste e delle risposte tra SSP, DSP e ad exchanges;
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ads.txt: file che i publisher mettono alla radice del proprio dominio per dichiarare quali sistemi sono autorizzati a vendere il proprio inventario, per ridurre il domain spoofing;
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sellers.json: complementare ad ads.txt, permette ai buyer e partner di vedere chi sono i venditori o rivenditori coinvolti nella supply chain;
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Open Measurement (OM SDK): standard che permette la misurazione verificabile della viewability e del delivery degli annunci, particolarmente importante su piattaforme mobile, applicazioni e CTV.
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standard IAB vari relativi a formati native, rich media, specifiche per video, ad verification.
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tecnologie legacy come VPAID: usato nel passato per video interattivi, ma oggi deprecato in molti contesti (browser + CTV) per problemi di sicurezza, compatibilità e latenza.
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trend emergenti: Server-Side Ad Insertion (SSAI) per CTV/streaming, server-to-server bidding (S2S), soluzioni cookieless-first e uso massivo di first-party data.
Integrazione con DSP, SSP, Ad Exchange e header bidding
Adserver è un nodo nel network programmatico. E si può quindi integrare con altri sistemi.
Ecco qualche esempio:
- DSP (Demand Side Platform): l’inserzionista o agenzia che compra impression/bid.
- SSP (Supply Side Platform): il lato del publisher che vende inventario.
- Ad Exchange: mercato dove DSP e SSP interagiscono tramite protocolli come OpenRTB. L’adserver può essere collegato a un exchange per permettere offerta in tempo reale.
Header bidding è una tecnica nella quale il publisher permette a più SSP e bidder di competere prima del normale adserver, prendendo offerte in frontend (client-side) o sul server (server-side). In questo modo, è possibile gestire serve wrapper tag, per orchestrare le chiamate agli SSP e definire timeout, fallback. Impatto sui report: aumento della complessità, possibili discrepanze nella latenza, nel conteggio delle impression, nei tempi di risposta.
Header bidding flow
Il flusso dell’header bidding inizia quando l’utente carica una pagina web. All’interno del codice è presente un wrapper che funge da regista e invia contemporaneamente le richieste a più bidder, cioè le piattaforme disposte a competere per quello spazio pubblicitario. Nel giro di pochi millisecondi arrivano le offerte e il sistema sceglie automaticamente quella più alta. L’annuncio vincente passa all’adserver, che ne gestisce la consegna, oppure mostrato direttamente all’utente tramite rendering sul browser.
Server-to-server integration
Invece di passare tramite browser, alcune chiamate vengono fatte tra server (meno latenza del client, più controllo, migliore privacy, meno impatto del blocco degli script).
Private marketplaces
Mercati programmati riservati nei quali un publisher offre lotti ad un gruppo selezionato di buyer, spesso con regole predefinite su price floor, frequenza, qualità.
Formati supportati dall’adserver (display, video, native, rich media, CTV, audio)
Ogni formato ha requisiti specifici. Ecco i più utilizzati:
- Display: perfetto per supportare immagini statiche e animazioni leggere;
- video: richiede VAST, player compatibile, quartili (25%, 50%, 75%, 100%), completion rate, errori video, buffer;
- native: formati integrati nel contenuto; richiede standard di layout, asset multipli (titolo, descrizione, immagine), metriche speciali di engagement;
- rich media: elementi interattivi, animazioni, espansione; rischi maggiori per performance e latenza.
- CTV / Connected TV: trend crescente; formato video, streaming, spesso con Server-Side Ad Insertion (SSAI); measurement diverso; spesso nessun uso di cookie di terze parti; metriche di viewability e completion in ambiente chiuso;
- audio: podcast, streaming audio; metriche come ascolto, completamento, skip rate; formati di tag audio specifici.
Tag, pixel e modalità di deliver (iframe, JS async, img beacon, wrapper)
Tipi di tag:
- iframe: isolamento dal resto della pagina, più sicuro, meno impatto sulla pagina; ma meno flessibile, possibile ritardo.
- JS async: flessibile, può gestire logiche complesse, leaderboard etc.; ma attenzione al tempo di scaricamento e se viene bloccato da un ad blocker.
- image beacon / pixel img: spesso usato per il tracking leggero, impression fallback, error reporting.
- wrapper tag: usato in header bidding; gestisce chiamate multiple verso SSP, fallback se non arriva risposta.
Gestione creatività e versioning
Quando ci sono versioni multiple delle creatività (es. diverse dimensioni, diverse lingue, fallback, dynamic creative) serve una gestione precisa. Diventa importante implementare test delle creatività, come differenti versioni, test A/B o fallback creatives, soprattutto se una versione non viene caricata, secondo precise regole di priorità.
A livello pratico, è importante considerare che la velocità di caricamento è fondamentale, quindi si consiglia di utilizzare il caricamento asincrono. In questo modo, gli annunci vengono scaricati senza bloccare il resto della pagina. È altrettanto importante lavorare sulla compressione delle creatività, riducendo il peso di immagini e video, ma allo stesso tempo senza compromettere la qualità visiva.
Un’altra pratica efficace è il caching, ovvero la possibilità di salvare temporaneamente file e script su server o browser per velocizzare i caricamenti successivi. Bisogna infine fare attenzione alle dimensioni delle creatività: formati troppo grandi o non standard possono richiedere più tempo di rendering e aumentare il rischio che l’utente abbandoni la pagina prima di vedere l’annuncio. In tutti i casi conviene prevedere un fallback, cioè una versione alternativa più leggera che si attiva automaticamente se quella principale non riesce a caricarsi
Misurazione, metriche e reportistica degli adserver
Ecco le metriche fondamentali da considerare:
- Impression, clicks, CTR
- Viewability (percentuale di visualizzazione effettiva)
- VAST quartiles e completion rate per video
- Errori (ad server errors, problemi VAST, timeouts)
- Invalid Traffic / Ad Fraud (IVT)
- Opzionali ma utili: dwell time, engagement, conversioni
A volte, i dati possono non essere precisi, a causa di diversi fattori. Ad esempio, il client side può subire blocchi (ad blocker, lentezza, dispositivi mobile), il server side può registrare impression anche se non visibili, ma meno dettagli sulla viewability reale. Di conseguenza, il proprietario deve interpretare i delta rispetto all’analytics del sito: spesso le impression dichiarate dall’adserver superano quelle viste effettivamente dall’utente.
Per questo motivo, si suggerisce di creare dashboard che mostrino KPI giornalieri come CTR, viewability, completamento video, errori e tempo medio di latenza.
Ad Server Analytics vs Site-Side Analytics
Tra l’Ad Server Analytics e il Site-Side Analytics si potrebbero riscontrare numeri differenti. Ad esempio, quando scatta il firing del tag oppure se un ad blocker impedisce caricamento del JS.
Per avere dati più coerenti, quindi, è utile:
- verificare che gli eventi chiave siano definiti con la stessa logica in adserver e in analytics del sito
- monitorare logs, escludere o gestire ad blocker
- fare test comparativi con creative di test
- correggere ritardi di latenza o timeout
Ruolo dei cookie, tag e implicazioni della deprecazione dei cookie di terze parti
L’uso dei cookie di terze parti è sotto pressione normativa e tecnica: sono sempre più frequenti blocchi del browser o limitazioni alla privacy. L’adserver, quindi, deve prevedere modalità alternative: uso massivo dei first-party data, targeting contestuale, identità universali, fingerprinting lecita ma con limiti, sistemi cookieless advertising.
È fondamentale assicurarsi che il CMP raccolga consenso chiaro, che i tag rispettino la normativa, che si prevedano fallback (se non è possibile usare cookie di terze parti) come targeting basato su contesto o dati proprietari.
Privacy, conformità e sicurezza (GDPR, CCPA, ads.txt, sellers.json, anti-fraud)
Le linee guida in ambito protezione dei dati sono: avere consenso valido, minimizzare i dati raccolti, definire tempi di conservazione (data retention) e anonimizzare, quando possibile. Controllo dell’identità del venditore con ads.txt (per il web) e sellers.json: assicurare che l’inventario venduto sia realmente del publisher dichiarato. Misure anti-fraud: servizi di verifica terze parti, ad verification, monitoraggio traffico invalido (IVT).
Come configurare ads.txt e sellers.json
Si deve pubblicare ads.txt alla radice del dominio, elenco di sistemi autorizzati (DSP/SSP/exchange), uso del campo DIRECT vs RESELLER; sellers.json per la supply chain che mostra chi effettivamente vende l’inventario; veri dati di contatto e autenticazione.
Ads.txt e sellers.json sono importanti perché consentono agli inserzionisti di verificare che comprano inventario legittimo.
Ottimizzazione e funzionalità avanzate (frequency capping, geo-targeting, dayparting, dynamic creative)
È importante impostare regole di frequency cap per evitare che lo stesso utente veda un annuncio troppe volte. Il geo-targeting permette di indirizzare secondo paese, regione, città, anche lingua o fusi orari.
Conviene mostrare annunci solo in fasce orarie specifiche del giorno o giorni della settimana (Dayparting). Si può optare anche per creatività che si adattano al contesto, al target, cambiano testo o immagine in modo dinamico, ossia Dynamic creative optimization (DCO).
Server-side vs Client-side ad serving e SSAI per CTV/Streaming
L’Adserving client-side è il classico: il browser carica tag, JS etc. Ci possono essere problemi di caricamento. Il Server-side ad serving (o server-side ad insertion, SSAI), soprattutto per CTV/streaming, permette di inserire l’annuncio già a livello server prima che il flusso raggiunga il client, riducendo impatto dell’ad block, ritardi di rete, ma rende più difficile misurare certe metriche client-side- Conviene adottarlo per contenuti video o streaming, CTV, ambienti dove client-side è problematico.
Come scegliere un adserver
Per sceglie un adserver è fondamentale considerare:
- formati (video, CTV, display, native);
- scalabilità infrastrutturale;
- API e automazione;
- reporting real-time;
- integrazioni DSP/SSP/ad exchanges;
- costi/licensing;
- supporto privacy;
- documentazione tecnica;
- facilità di migrazione;
- supporto per cookieless advertising.
Esempi di adserver e panoramica del mercato
Esempi noti:
- Adform Adserver: soluzione commerciale avanzata, ideale per publisher e inserzionisti di medie-grandi dimensioni, offre funzionalità complete di gestione campagne, tracciamento e integrazione con piattaforme programmatiche;
- Google Ad Manager (ex DoubleClick for Publishers): soluzione commerciale molto completa, lato publisher, integrata con Google;
- OpenX: adserver unito all’exchange, spesso usato da publisher di grande scala.
Se si ha a disposizione un team tecnico e il pieno controllo, è consigliato il self-hosted. Se si punta invece alla scalabilità e a un minore impegno è meglio il cloud.
Implementazione tecnica e migrazione all’adserver (guida passo–passo)
Ecco una guida passo passo per implementare l’Adserver:
- Audit dei tag esistenti;
- mapping creatività;
- test in staging: simulare traffico, aggiornamenti, vedere latenza, errori.
- roll-out graduale
- monitoraggio post-lancio: errori, discrepanze rapporti, feedback da advertiser/publisher.
Prima di attivare le fasi sopra elencate, è utile: controllare file tag (URL, protocollo HTTPS), DNS se necessario, impostare timeout per tag esterni, attivare log dettagliati, predisporre piano di rollback se qualcosa va storto.
Best practice per publisher e per inserzionisti
Per quanto riguarda i publisher, consigliamo di ottimizzare la page speed prioritizzando tag asincroni, inventario accessibile, trasparenza via sellers.json, sicurezza del brand eliminando creatività di bassa qualità o potenzialmente fraudolente.
Invece, gli Inserzionisti devono prestare maggiore attenzione a viewability, impostare frequency capping, usare partner di ad verification, sfruttare first-party data, monitorare il delivery reale degli annunci.
Se hai difficoltà a implementare l’adserver, utilizza ad:personam. La nostra piattaforma DSP garantisce massima assistenza e aiuto nella gestione delle tue campagne digitali.
Problemi comuni e troubleshooting dell’ad server
I problemi più frequenti nel Adserver sono:
- conteggi discordanti tra adserver e site analytics;
- creatività che non si visualizzano;
- latenze elevate;
- errori VAST (player che non supportano certe versioni);
- conflitti di header bidding (timeout, offerte non arrivate).
Per tenere tutto sotto controllo è fondamentale esaminare i log dell’adserver, testare creatività su pagine isolate, disabilitare temporaneamente wrapper header bidding per isolare problema, misurare latenza di rete/consegna tag, controllare errori VAST con strumenti di debug.
Casi d’uso e mini-case study
Analizziamo 3 casi studio con diverse soluzioni possibili:
- Publisher con inventario display ad alta frequenza che soffre di latenza lenta: ha migrato da third-party adserver verso soluzione proprietaria con caricamento JS asincrono e caching locale, ha ridotto il tempo per caricamento banner di ~200 ms, migliorando viewability del 20 %.
- Inserzionista che lavora con video CTV: adottando SSAI per inserire annunci lato server nello streaming ha aumentato la completion rate dei video del 15 % e ridotto le perdite dovute ad ad blockers.
- Un advertiser che usa DCO per variare creatività dinamicamente (immagine/testo/language) in base al target geografico e orario, ottenendo un miglioramento del CTR del 25 % rispetto alla creatività statica.
FAQ tecniche sull’adserver
Cos’è un adserver?
Tecnologia che gestisce la distribuzione, il tracciamento e la misurazione degli annunci pubblicitari online. Permette di decidere quali creatività mostrare a quale utente, raccogliendo dati sulle impression e sulle performance. Su ad:personam l’ad server è integrato con la DSP, così gli utenti possono gestire in autonomia le proprie campagne e sfruttare algoritmi di intelligenza artificiale per ottimizzare la delivery degli annunci.
Piattaforma di advertising cos’è?
Sistema che consente a inserzionisti e marketer di pianificare, attivare e monitorare campagne pubblicitarie digitali. Include funzioni di targeting, gestione budget, ottimizzazione e reportistica. Con ad:personam accedi a una DSP avanzata, senza requisiti di spesa minima, che ti permette di avviare campagne display, video o CTV sfruttando dati e automazioni intelligenti.
A cosa serve il server?
Sistema che fornisce risorse, dati o servizi ad altri dispositivi o software connessi in rete. In pubblicità, il server gestisce richieste di annunci, seleziona il contenuto più adatto e invia la creatività all’utente finale. Con la tecnologia di ad:personam, il server diventa parte di una piattaforma programmatica che ottimizza in tempo reale le campagne e permette agli inserzionisti di raggiungere il pubblico giusto con la massima efficienza.
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