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Aggiornato: 20 ottobre 2025Tempo di lettura: 8 min read

Click through rate: cos'è, come si calcola e come migliorarlo

Scopri cos'è il click through rate, come viene calcolato e perché è molto importante per le tue campagne di marketing programmatico

Click through rate: cos'è, come si calcola e come migliorarlo

Il click through rate, abbreviato in CTR, è una delle metriche più importanti per valutare l’efficacia delle campagne di digital marketing. Comprendere come funziona e come migliorarlo è essenziale per ottimizzare le conversioni, affinare le strategie pubblicitarie e misurare la reale rilevanza dei messaggi proposti su ogni canale digitale.

Definizione e formula del CTR

IL CTR rappresenta il rapporto tra il numero di clic ottenuti e il numero di volte in cui un contenuto o un annuncio è stato mostrato, cioè le impression. La formula è semplice: CTR = (clic ÷ impression) × 100. Ad esempio, se un annuncio totalizza 50 clic su 1.000 visualizzazioni, avremo 50 ÷ 1.000 = 0,05, quindi un CTR del 5%. Il CTR però non sempre racconta tutto. Se un annuncio riceve molti clic ma non genera conversioni o visite di qualità, il suo valore, sebbene alto, può essere fuorviante.

È una metrica utile per capire l’interesse iniziale, ma va interpretata insieme ad altri dati come il tasso di conversione e la permanenza sulla pagina.

Come si calcola il CTR nelle diverse piattaforme

Il calcolo del CTR segue la stessa formula, ma le modalità operative cambiano a seconda della piattaforma.

Nei motori di ricerca un’impressione si verifica quando un risultato compare in SERP. Nei canali PPC come Google Ads, invece, le impression vengono conteggiate quando l’annuncio viene visualizzato sullo schermo. Su Facebook un post si conta come impression anche se è stato caricato solo parzialmente nel feed, mentre su LinkedIn il sistema considera le view effettive. Nei formati carosello o video il denominatore può includere solo le impression effettive per slide o per inizio riproduzione.
Per l’email marketing il CTR si calcola sui messaggi aperti e prende il nome di click-to-open rate, che misura la percentuale di utenti che cliccano su un link rispetto a chi ha realmente aperto l’email. Nei video online entra in gioco il view-through rate, che misura il rapporto tra visualizzazioni e completamenti o interazioni.

È importante distinguere tra CTR relativo (per singolo formato o canale) e CTR assoluto (sul totale della campagna) e normalizzare i dati per confronto, utilizzando strumenti come Google Ads, Search Console o le piattaforme di email automation per estrarre e armonizzare i numeri.

Perché il CTR è importante nel digital marketing

Il CTR è un indicatore di performance e aiuta a capire se un titolo, un annuncio o una creatività sono effettivamente pertinenti per il pubblico. Un CTR alto suggerisce che il messaggio risponde alle aspettative dell’utente, mentre un valore basso indica scarsa rilevanza o problemi di targeting.
Un buon CTR significa aver superato il primo ostacolo: attirare interesse. Da lì in poi entra in gioco il conversion rate, che misura la percentuale di utenti che compiono l’azione desiderata. Nei sistemi PPC come Google Ads, il CTR contribuisce anche al quality score, il punteggio che Google assegna a ciascun annuncio e che influenza la posizione e il costo per clic. Migliorare il CTR, dunque, significa ottimizzare la visibilità e ridurre i costi.

Qual è un buon valore di CTR? Benchmark e valori medi per settore

Un buon valore CTR dipende dal contesto, dal canale e dal tipo di contenuto. Un annuncio nella prima posizione della SERP può raggiungere il 20% di CTR, mentre un risultato organico in terza posizione può attestarsi intorno al 5%. Nel display advertising, i CTR sono in genere più bassi, spesso sotto l’1%, mentre in campagne altamente targettizzate o in email con database qualificati possono superare il 10%. La chiave è costruirsi benchmark interni e monitorare l’andamento nel tempo.

Molte piattaforme, come ad:personam, permettono di monitorare il CTR e l’andamento delle tue campagne con dashboard interne personalizzabili.

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Strategie avanzate per migliorare il CTR

Ottimizzare il proprio CTR richiede un approccio strutturato. Nei risultati organici, curare il title tag e la meta description è il primo passo. Testare headline alternative con A/B test permette di individuare cosa funziona meglio. In campo PPC è importante lavorare su copy chiari, estensioni pertinenti e un targeting preciso. L’esperienza su mobile va ottimizzata con landing page leggere e facilmente navigabili.

Strategie per migliorare il CTR degli annunci PPC

Negli annunci a pagamento l’obiettivo è massimizzare la pertinenza tra keyword, messaggio e pagina di destinazione. Testare varianti di testo con call to action differenti e utilizzare le estensioni di annuncio può aumentare il CTR anche del 20–30%. Le campagne dinamiche e le strategie automatiche di bidding basate sul rendimento permettono anche un’ottimizzazione del contenuto in tempo reale.

Uso di markup strutturato e rich snippet

L’aggiunta di dati strutturati come recensioni, valutazioni o prezzi contribuisce a rendere l’annuncio più credibile e informativo. Un risultato arricchito migliora il CTR poiché cattura l’attenzione visivamente e comunica valore immediato.

Il CTR influenza il ranking su Google?

Secondo Google, il CTR non è un fattore di ranking diretto.

Tuttavia, un CTR elevato può produrre effetti indiretti: più clic significano più traffico, maggior tempo di permanenza e più segnali comportamentali positivi, che nel lungo periodo possono incidere sulla visibilità complessiva e aumentare la brand awareness.

Come documentare l’impatto nelle proprie analisi

Per valutare l’impatto dell’aumento del CTR si consiglia di monitorare il traffico organico e la posizione media in Search Console. Anche piccoli incrementi percentuali possono tradursi in maggiori opportunità di conversione.

Errori comuni che abbassano il CTR e come evitarli

Un titolo poco chiaro riduce la fiducia e la curiosità dell’utente; descrizioni vaghe o fuorvianti generano clic di scarsa qualità. Anche un pubblico troppo ampio o non segmentato penalizza il risultato, soprattutto nei canali PPC. I problemi tecnici infine come la mancata tracciabilità o landing page non mobile-friendly distorcono la misurazione e abbassano il CTR reale.

Strumenti e metriche per monitorare il CTR

Per analizzare il CTR in modo affidabile è indispensabile utilizzare gli strumenti giusti. Google Search Console permette di vedere il CTR per query e pagina, mentre GA4 consente di incrociare gli eventi di clic con le landing page. In Google Ads si possono monitorare CTR e conversioni a livello di gruppo di annunci o keyword, mentre le piattaforme email forniscono metriche di open e click. Organizzare i dati con dashboard come Looker Studio facilita il confronto tra dispositivi, campagne e query di marca o non marca.

Metriche correlate e dashboard utili

Accanto al CTR vanno sempre considerati impression, posizione media e conversion rate. Creare un dashboard CTR consente di visualizzare tutte queste metriche in modo combinato per agire rapidamente quando i valori si discostano dalla media.

Testing, esperimenti e ottimizzazione continua

Il CTR va sempre trattato come una metrica dinamica, da testare e migliorare costantemente. Gli A/B test permettono di confrontare varianti di titoli, descrizioni o immagini cambiando un solo elemento per volta. È fondamentale definire un campione rappresentativo, stabilire una durata minima del test e valutare la significatività statistica per evitare interpretazioni errate.

A/B test per SEO vs test per annunci

Nel SEO l’A/B test può essere implementato alternando title tag e meta description su pagine simili, mentre nel PPC avviene direttamente sulla piattaforma con varianti d’annuncio. Il principio resta lo stesso: ottimizzare in base ai dati reali.

Interpretare la significatività statistica

Un risultato è affidabile solo se proviene da un campione ampio e stabile. Strumenti come Google Optimize o Optimizely aiutano a calcolare la probabilità che la variante vincente superi quella base con un margine di errore accettabile.

Case study e risultati misurabili

Un e-commerce di abbigliamento ha migliorato il CTR organico del 40% riscrivendo i title con termini più orientati al beneficio (“spedizione gratuita”, “nuova collezione”). Una campagna display, invece, ha incrementato il CTR da 0,8% a 1,4% utilizzando segmentazione lookalike e creatività dinamiche.Una newsletter settimanale ha visto il click-to-open rate crescere dal 9% al 15% dopo l’inserimento di CTA testuali e pulsanti ben visibili.

FAQ: le domande più frequenti sul click-through rate

Come funziona il click through rate?

Il click through rate misura il rapporto tra clic e impression. Su piattaforme programmatiche come ad:personam questa metrica consente di valutare quanto i messaggi attraggono il pubblico target in tempo reale.

Quando il CTR è una buona metrica da considerare?

È efficace quando si desidera misurare la capacità di un annuncio di generare interesse immediato e spingere all’azione, come visitare una pagina o scoprire un’offerta.

Che cos'è il CTR?

Il CTR è l’indicatore che mostra in percentuale quante persone hanno cliccato rispetto a quante hanno visto un annuncio. Sulla piattaforma ad:personam viene monitorato e ottimizzato grazie all’intelligenza artificiale per migliorare le performance delle campagne in modo costante.

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